Poiché, nell’ambito dei piani di stock option, il fringe benefit attribuito al dipendente “impatriato” tramite l’esercizio dell’opzione beneficia della tassazione agevolata, e concorre quindi solo parzialmente alla formazione del suo reddito complessivo, si rivela incerta la determinazione del costo fiscale dell’azione all’atto della cessione del titolo a terzi, ai fini del calcolo della plusvalenza realizzata dal medesimo lavoratore.
Paolo Scarioni e Antonio Fiorentino Martino approfondiscono la tematica sull’ultimo numero del Corriere tributario.